Identity Crisis

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L’altro giorno decido che è arrivato il momento di entrare negli anni duemila a gamba tesa e di abbandonare quell’odioso pezzo di carta che mi trascino dietro da troppi anni, per passare alla carta d’identità elettronica. Continue reading

Standard Environment

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S’è parlato di corsa, e mò si parla di Magic. Va così.

A pochi giorni dall’uscita di Theros, mi trovo a fare i conti un un portamazzi piendo di mazzi che possono fare due cose: diventare modern (e quindi necessitano un rework mica da ridere) o muoversi verso il nuovo formato standard (e quindi togli carte e metti carte e fai robe).

Di sicuro alcuni andranno avanti ed altri resteranno indietro; Ma mi piace avere sempre un mazzo standard aggiornato, e quel mazzo è il mono rosso.

Purtroppo i tempi del gobbo rosso in standard sono andati; ma al momento ci sono comunque interessanti bestiole colorate che si possono utilizzare per picchiare gli avversari.

Mi rimangono, dal mazzo precedente, Rackdos Cackler e Ash Zealot; il resto della mia felice brigata di bestioline si ritira in pensione, lasciando spazio alle nuove leve.

Volendo spendere botte di danari, il drop uno ideale sarebbe il Legion Loyalist; un goblin furioso che regala anche first strike e trample. Peccato che costi ancora attorno ai 4€ l’uno, contro i 0,70 del Cackler.

A due mana Ash Zealot è regina indiscussa; Haste e graveyard hate a sfregio, su una 2/2. Andava bene prima, va bene adesso. Per me va bene semre. Se solo fosse un goblin…

Come new entry abbiamo Burning-Tree emissary; costa 2, e rifonde 2 mana quando viene lanciata. Purtroppo non rifonde RR ma GR, quindi serve avere anche un drop due con un mana neutro per evitare di buttare il mana generato; i migliori candidati sono quei simpatici boros picchianocche dei Firefist Fighters, che portano sul tavolo un po’ di amore battagliero.

Il discorso diventa arduo negli slot da tre e quattro. Di regola tendo a non giocare creature a quattro mana a meno che non siano bombe spaventose, tipo hellrider che da solo giustificava l’idea di un mazzo monocolor in standard; Con Therso exit hellraider, enter Fanatic of Mogis. Bello, carino e usa la nuova dinamica della devozione. Mi piace.

Al momento ho anche rispettato la regola di mettere il maggior numero di simboli di mana in campo; uno per il drop uno, due per il drop due. tre per il drop tre, right?

l’unico drop tre in standard con tre mana rossi nel costo è il boros reckoner. che sta sui 10 euro l’uno. ouch.

Come se non bastasse, il suo kit non è male. se lo spari, ti fa male; se lo blocchi, ti fa male. E’ difficile non giustificarlo; l’unico lato negativo è il suo prezzo.

In alternativa al muccone, possiamo giocare uno di questi giocatori, entrambi a costo 1RR

Rageblood Shaman è una mucca diversa, ma la sua abilità sinergizza con esatte zero carte in questo mazzo.

Two-headed Cerberus è una 2/2 costo tre. Ha double strike, ma non abbiamo abilità per pomparlo. Magari in un mazzo gruul, ma qui è un po’ fuori luogo.

Chandra’s Phoenix è talmente bella che va messa per forza; vola, ha haste e quando verrà inevitabilmente blastata può tornarci in mano con relativa facilità.

Cryptborn Horror è un po’ un’incognita. Idealmente potrebbe entrare in T3 in seconda fase come molto grosso (ipotizziamo una mano della ma bella; il mio board state è rakdos Cackler, Burning Tree e Firefist. Swingano per 6 e calo una bestiola 6/6. non male. non avverrà mai), ma potrebbe anche rimanerci in mano e finire ad essere giocato come 2/2 dopo uno shock.

Mindsparker rischia di essere terribilmente utile contro mazzi bianchi e blu, terribilmente medio altrimenti. Ma medio ci va bene, Medio è adeguato.

Terminano il mazzo una serie di interessanti spari che non possono mai mancare in un mazzo rosso.

La lista definitiva appare quindi così:

Creature (28)
4x Ash Zealot
4x Burning-Tree Emissary
4x Chandra’s Phoenix
4x Fanatic of Mogis
4x Firefist Striker
4x Mindsparker
4x Rakdos Cackler

Instant (11)
4x Lightning Strike
4x Magma Jet
3x Shock

Land (21)
21x Mountain

Reperibile anche qui; I dati di mercato indicano un prezzo medio per questo mazzo di 40 dollari, ma sicuramente in euro le carte hanno prezzi diversi.

La prossima volta, magari, espando sulla ristrutturazione del mio mazzo bianco/nero blocco (che diventerà un bianco/blu blocco intestinale totale), o sulla mezza idea per un bianco/blu aggro.

Magari poi parlo anche di cose che interessano a qualcuno. Ma più avanti.

Just a Man and his will to survive

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Si, parlerò brevemente ancora del correre.

(se “brevemente” vuol dire “tutto il post”)

E’ bello quando esci per correre, e ti dici “correrrò un dieci minuti, un quarto d’ora al massimo, poi boccheggio verso casa” e invece ti fai una mezzoretta pulita.

Si è trattato di 4 km di corsetta, quindi un pò sotto la media, ma adeguato come primo allenamento dopo la pausa vacanziera. E’ stato inoltre il primo allenamento in cui ho potuto testare la mia nuova playlist creata all’uopo per il training autogeno mentre sputo l’anima.

Playlist da corsa di Pito – Run for your life

1 – Into The Storm – Blind Guardian
Che c’è da dire? il primo pezzo di Nightfall in Middle Earth. Through the dark age, and into the storm! Adatto per il riscaldamento. Verso la fine di questo pezzo il respiro passa da “AH AH MA CHE STAI FACENDO CAMMINI?” a “no spe a me nessuno ha detto che si correva”

2- His name was King – Luis Bacalov
Da Django unchained, ma prima ancora dal film omonimo. E’ un pezzo quasi rassicurante dopo l’epic metal, aiuta ad abbassare un pò il passo (di norma con il metal corri. non c’è cazzi. con questo corri ma ti ricordi che devi respirare).

Essendo che per aiutarmi a non morire di noia uso l’app Zombies, Run! per correre, i pezzi sono intermezzati da snippet di storia di 30 – 60 secondi che ti spiegano perché oggi stai correndo, quale missione porti a termine per la città di Abel e quanto vicino a te le orde dei non morti si trovano. Il secondo pezzo di solito finisce attorno al minuto sette, quando ormai ho preso un ritmo ed ho spezzato il fiato, come si dice.

Entri in un groove che senti di poter tenere per ore. E poi incroci duea rampe di scale in mezzo al parco. Le fai, e il groove sen’é bello che andato. Siamo al minuto dieci, in bocca c’è qul bolo misto saliva – muco – sudore – morte che pure a sputarlo fai una fatica spaventosa, e devi farla, se no ti rimane attaccato tramite microfilo.

Insomma sei li che non sai se ce la fai o se dopotutto per oggi basta così, che il mio l’ho fatto e insomma, quando parte.

3 – Eye of the Tiger – Survivor
Qualsiasi idea di mollare svanisce miseramente davanti a questo pezzo. E’ forza di volonta allo stato puro; non puoi smettere di correre, non puoi smettere di far fatica con eye of the tiger nelle orecchie. Tanto dura quattro minuti. puoi correre altri quattro minuti. Mia nonna corre quattro minuti, ed è morta. sei peggio di mia nonna? E corri, cazzo.

(il mio training non si basa su “sei il migliore spacchi i culi ammazzali a quelli stronzi” ma su una tecnica più “è questo il meglio che sai fare? lol k”. Immagino che non sia sorpresa per nessuno il fatto che io usi la rabbia per superare le avversità)

Quindi corro ‘sti cazzo di 4 minuti. Torna il fiato. A denti stretti affronto anche la seconda salita del parco, e mi godo la discesa. In pratica ho finito il primo giro. Da qui in poi le gambe centrano poco, si sono arrese all’evidenza dello sforzo a loro richiesto: finchè c’è qualcuno che dice “andate”, loro vanno. Il problema è avere qualcuno che dice andate. Per fortuna, il prossimo pezzo è

4 – Mirror Mirror – Blind Guardian
Questo pezzo risveglia in me ricordi giovanili. E’ il bis più richiesto dei blind guardian, e la canzone che tira giù qualsiasi posto in cui si canti. uscì pure come singolo.

Shall we are the dragon? e certo. si continua a correre. Gli elfi combatterono Morgoth pur certi della sconfitta. Sono da meno di un fottuto elfo? Non credo proprio.

5 – I say a little prayer – Aretha Franklin (nella versione di Glee) (e ce lo so)
A questo punto siamo attorno al 17esimo minuto e inizio a sragionare. Necessito un momento di stacco in cui non sto insultando la debolezza generica dell’uomo e la mia specifica, ed opto quindi per un pezzo leggero. Perché la versione di Glee? Perché farei cose innominabili alla voce angelica di Dianna Agron. A Dianna Agron no, perché a questo punto non ho la forza di sollevare un cucchiaino.

6 – Who am I? – Les Miserables
Oh beh, che a me piacciano i musical non è un segreto per nessuno. Who am I? I’m Jean Valjean! Di fronte al sacrificio di Valjean nel nome della verità, cosa vuoi che sia correre ancora qualche minuto?

7 – Come on Eileen – Dexys Midnight Runners
Colpo finale; Immaginate il Dr Cox. “Come on, Eileen, can’t you run for a couple more minutes?”. A questo punto ogni contatto con la realtà è perso. sto correndo in un bosco. su una montagna. in fondo al mar, con un granchio jamaicano.

Per fortuna la corsa finisce. mi fermo, respiro. Sono senza fiato, ma sono soddisfatto come puoi esserlo solo dopo una corsa.

Rifletto dunque su chi ho incrociato ieri correndo. C’erano i soli tizi superpompati, superfichi, che ti chiedi com’è possibile che loro saltellino sulla crosta terrestre come foglie al vento mentre tu trascini la tua putrescente carcassa con una fatica biblica.

Poi ci sono i poser (più spesso le poser, ma nel caso specifico erano due giovini maschi), vestiti da corsa, scarpa tattica, maglietta tecnica, polsino, occhiale da sole (ma il sole non c’è), armband per il telefono, cuffie. E camminano. Non nel senso che corrono lenti. Nel senso che camminano. Non marcia; proprio, camminata.

E mi va anche bene; ognuno segue un suo programma, e magari oggi loro fanno defaticamento o salcazzo. Però poi alla fontanella si bagnano il fronte della maglietta e si dicono a vecnda, dando di polso, “così sembra che abbiamo sudato, har har”. Ma chi prendi in giro? a parte te stesso, intendo.

Diametralmente opposta la signora, attorno ai 50, con tutina blu e cardigan (giuro, sembrava un cardigan) che ho incrociato due volte a correre sbuffando come un mantice (entrambi sbuffavamo).

 

Run to the hills

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Chi mi conosce sa che l’anno scorso ho rotto le palle a tutti con quanto corro, oh ma che bello correre, corriam corriam corriamo, che gioia correre al parco, le scarpe e la maglietta, correre.

Me ne scuso. Ma continuerò.

Ormai è un mesetto abbondante che, tra matrimonio e viaggi di nozze, non corro più. Domani l’idea è di ricominciare con la sessione invernale.

Molti corridori si pongono domande esistenziali sul perché si corre, quale sia il motivo segreto che ci spinge, se forse sotto sotto non scappiamo da qualcosa e insomma il correre è una metafora della fava grossa.

In realtà corro per coadiuvare la dieta così dimagrisco e torno bello come quand’ero giovane*.

*in realtà non sono mai stato bello

L’anno scorso a gennaio ho attaccato con la dieta dukan; In tre mesi ho perso venticinque chili, ed ora sto mantenendo un peso costante. Tra quindici chili sarò al mio peso – traguardo, ovvero novanta bei chili tondi. Una volta li si potrà pensare a metter su muscoli. Ma vedremo.

Per fortuna o per metabolismo, per me non è mai stato difficile perder peso; è che amo troppo mangiare per mantenermi magro (deh, più magro, via), indi per cui le precedenti diete mi vedevano magro per un po’, e poi via di nuovo verso le supercicce.

La dieta Dukan, che è tanto cara ai vegetariani in quanto prevede di nutrirsi delle proteine che gli animali producono quando vengono macellati rudemente, mi sta invece stupendo; Una dieta che prevede “mangia carne,mangiane fino a morire” sarà sempre nel mio cuore. E nello stomaco.

Non sono mai stato uno di quelli che dieta perchè “sono grasso e in spiaggia mi vergogno”. Sono fiero ed orgoglioso delle mie cicce, poiché concorrono a definire chi sono. Mi manca essere un cuoco per rientrare nello stereotipo di ciccione ridente che cucina; Se fossi un barista sarei quello con la battuta pronta che però a fine serata ti lancia le bombe di saggezza. Potrei essere un meccanico o un idraulico domani, il fisico ce l’ho.

Perché dieta dunque? Perché avrei piacere di tornare, almeno in parte, al fisico di quando ancora giocavo a Baseball, di quando mi allenavo, di quando sotto la ciccia c’erano un po’ di fibre muscolari. Di quando la gente diceva “lel dalli al ciccione” e scopriva troppo tardi che non c’é peggior cattivo di un buono quando diventa cattivo.

Correva l’anno…

Erano circa… no spe…

Facciamo così; frequentavo ancora il primo anno di Scienze Politiche. Un anno dopo circa il bardo sarebbe venuto a vivere da me. Avevo smesso da un anno di giocare ed ero in forma.

Tondo è comunque una forma. E’ la differenza tra ciccia colla ciccia sotto e ciccia con sotto uno che comunque si allenava tutti i giorni a rincorrere palline con una veemenza che pure i cani ogni tanto ci dicevano “ragazzi, insomma, sono solo palle”.

All’epoca Assago non era la cittadina vibrante di vita che è oggi; era un patetico buco di culo del mondo, con pochimila abitanti e zero prospettive per la vita sociale che non fossero baretti o circoli di calcio. I miei pochi amici dell’epoca frequentavano altre facoltà, e quindi la mia vita sociale avveniva sull’internet. Ma sto divagando.

Pur essendo a pochi km da Milano, assago era un incubo da raggiungere. C’era UN autobus che raggiungeva direttamente la metropoli, e dalla metropoli partivano due convogli; Uno, ogni ora, che arrivava ad Assago centro, e uno ogni mezz’ora che fermava all’incirca dove c’è il forum o proseguiva per Rozzano. Entrambi partivano dal parcheggio di Famagosta, al piano degli autobus, in questo strano capannone di acciaio e luci gialle che sembrava una scenografia di Blade Runner a cui avessero tolto i Neon.

Capitava dunque raramente che, in preda allo sconforto di aver perso l’autobus per Assago per pochi secondi (gli autisti erano famigerati per non aspettar nessuno e partire spesso prima del tempo), prendessi il mezzo che mi portava più vicino, ovvero al Forum, e procedessi a coprire a piedi i 3 km scarsi di strada che mi separavano da casa.

Dunque in quell’anno, l’edilizia era tornata a guardare come famelici occhi di brace la ridente cittadina periferica, e la dove prima c’era l’erba, ora sorgevano palazzine che sembravano uscite dalla mente dell’architetto di Eurodisney. Il vantaggio, per me, è che la strada veniva accorciata in modo considerevole visto che potevo attraversare i campi lungo i sentieri pedonali.

Il vantaggio per il tamarro medio di assago è che aveva posto ove pomiciare con la sua tipa.

Dunque una sera di settembre, verso le sette, sto tornando a casa da una lezione di qualcosa di cui non ricordo assolutamente nulla quando vedo una classica coppietta assaghese; Lui tamarro di periferia doc, capelli a spazzola, piumino e buffalo (già in declino ma comunque gettonate), lei futuro troione d’assalto, capello tinto e jeans stretch. Dico futuro perchè in due avranno fatto ventotto anni.

Io, come al solito, ho le cuffie del mio lettore cd (si, si, questo è un mito primordiale) a palla, il giubbotto di pelle nera, i guanti di pelle a mezze dita (oh dio, a ripensarci mi si accappona la pelle), la bandana (oh god) e una maglietta con teschio fiammeggiante degli offspring.

Va da sé che ero nel pieno del mio periodo metallaro.

Vedo questa coppietta e penso: “ah, l’amore, può esistere anche tra truzzi”. Sorrido tra me e me con fare maturo (gesù…), ma mi accorgo che i due non sembrano felici, anzi, sembrano litigare; Lei fa per andarsene, lui la trattiene per un braccio.

Abbasso la musica a zero e, spinto da istinti cavallereschi mai sopiti, ascolto.

“lasciami andare!” dice lei.
“no! adesso la risolviamo!” dice lui.

la conversazione langue su queste profondità balneari quando lui decide di sottolineare il suo punto di vista atterrando un ceffone alla ragazza, che lo guarda terrorizzata tenendosi la guancia.

Intervengo.

“Scusa, guarda, credo che sia meglio se te ne vai e la lasci stare”

Torreggio sul giovane tamarro di buoni venti centimetri e almeno altrettanti chili; Di ciccia e muscoli, ancora scattanti.

“Oh ma ti devi fare i cazzi tuoi, hai capito!”
“no, seriamente, facciamo che ti levi di torno e magari ne parlate al telefono, perché mettere le mani addosso a una donna è veramente una cazzata” (cielo)
“Oh minchia ti spacco la faccia, hai capito?”

Sottolinea il punto, il giovane manesco, con quello che il De Mauro – Paravia definisce un pugno; Egli mi ha colpito effettivamente il petto con la mano chiusa, causandomi un lieve sobbalzo della spalla. Il suo errore è stato colpirmi a sinistra col sinistro. Probabilmente mancino. Alzo il mio, di pugno, e colpisco col destro sullo zigomo.

Va disteso. Si rialza.

“MINCHIA T’AMMAZZO”

Scappa

“NON FINISCE QUI, TROIA”

Mi avvicino alla ragazza, valutando il miglior corso degli eventi; l’accompagno sotto il portone di casa? le faccio compagnia mentre chiama qualcuno?

“va tutto ben–”
“certo che sei proprio STRONZO”

e mi tira un ceffone. Si gira. Se ne va.

Rimango un attimo interdetto, dopodiché alzo le spalle e proseguo verso casa.

 

Bellezze in Bicicletta

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Ovviamente, visto il titolo, non si parla di me.

Parlo di quelle donne, signore sui quaranta-cinquanta, in quella fase del ciclista milanese in cui hai capito che la bici è un mezzo valido, più che valido, per muoverti in città, ma hai ancora paura e non ti senti sicuro sul pavé o nei punti in cui devi dividere la strada coi pedoni o le auto.

Purtroppo questa fase viene dopo la fase “questa bici è mascolina, devo riempire il cestino ed il portapacchi di fiori rosa e gialli”.

Quando poi la signora è una Signora, con la S maiuscola, è anche intabarrata in un bel cappottone avvolgente, o ancora meglio in una specie di poncho, un ibrido spaventoso tra k-way e trench, beige fuori e tartan dentro, che quando la suddetta Signora si muove in bici si agita come il mantello di batman.

Riassumendo, abbiamo questa vec Signora, incerta sul mezzo, che per di più è appesantito artificialmente, che caracolla fasciata in un mantello a sua volta pesante verso una rampa pedonale della larghezza di circa 70 centimetri.

Questo mi si parava davanti questo pomeriggio alle due e pochi minuti, appena uscito di casa (anche io in bici). Lo spettacolo mi incanta a tal punto che, fermo sul mio lato ella strada, aspetto di vedere cosa succede.

La signora, ovviamente, cade. Oppure si siede lentamente sull’asfalto, dato che la velocità è quella; Scendo dalla bici e aiuto la signora a ritirarsi in piedi.

“grazie, eh, avevo paura di venirle addosso e sono volata!”

Non ho il cuore di dirle che se anche mi veniva addosso, a quella velocità, probabilmente non me ne sarei nemmeno accorto.

Ultimo giorno di lavoro prima di un paio di giorni di R&R che aprono la strada alla turnistica bella; Miracolosamente la giornata non ha presentato particolari difficoltà o casi limite, del tipo “topo-mangia-cavo-e-brucia”. Certi giorni il dubbio è che nelle canaline della fibra si svolgano corse clandestine di topi su macchinine burago superelaborate, che finiscono in tragedia e fiamme.

“mi raccomando, taglia una fibra per volta o va giù tutto”
“si si, vai tranquillo!”
*taglia entrambe le fibre*

Oggi le news italiane e non girano attorno alla situazione politica, fiducie, mica fiducie, voti, segreti, pugnali rivolti a spalle e fegati. Tutto molto bello. Per alcuni si è trattato di una serie di gambetti berlusconiani (le immagini di gasparri che applaude berlascone sono superate solo da berlascone che piange), ma i veri eroi del giorno sono Brunetta, un uomo che fa rimpiangere la bella sensazione di dormire su un letto pieno di briciole, e Scilipoti, un uomo che fa rimpiangere Brunetta.

non posso in tutta onestà obbligarvi a una foto di Brunetta e Scilipoti, quindi vineteuna gif di Castle

non posso in tutta onestà obbligarvi a una foto di Brunetta e Scilipoti, quindi vincete una gif di Castle

Per loro immagino una nuova sitcom all’italiana, tipo Casa Vianello. Brunetta e Scilipoti convivono in un appartamento. Schifani è la tata. Grillo fa il portiere. Berlusconi è l’amico di Raimondo-Brunetta che cerca di aiutarlo a tradire Sandra-Scilipoti. L’avvenente vicina di casa è ovviamente la Carfagna.

Parlando di cose più importanti, sto continuando a giocare impunemente a GTAV. Non è niente male (ma dai), e come per molti altri il mio protagonista preferito è sicuramente Trevor. Più che altro, è l’unico con cui andare in giro a sparare a gente a caso, dirottare camion e farli esplodere in mezzo all’autostrada mi sembra moralmente congruo. Sto tentando di provare l’online ma che ve lo dico a fare, siamo al day 2 e i server non esistono nemmeno.

Marvel: Agents of S.H.I.E.L.D. nel suo secondo episodio alza un minimo il livello del prodotto, anche perchè fare peggio del primo voleva dire metterci del dolo. Cameo di Samuel L Jackson, che però sembra più Jules Winnfield che non Nick Fury. Si implicano tradimenti e mezze verità, vedremo dove andiamo a parare. Se Coulson è un robot, lo avete letto qui per primi.

Rispetto ai propositi per il mese, ho buttato giù qualche idea per la campagna “amici nello spazio”, ed ho fatto due conti per l’astronave dei giocatori. Sheesh.

Procede anche la sceneggiatura delle strip di junks, nonostante l’estrema difficoltà nel trovare un senso a roba che ho scritto anni fa ubriaco. Per fortuna il bardo è ancora ubriaco da quel dì (ratto razziale friulano) e mi può aiutare.

 

Working as intended

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“as intended” si fa per dire.

Stamani arrivo in ufficio, fresco di ferie e viaggio di nozze. Saluto calorosamente i colleghi con un amichevole “Ciao Schiappe”, e i miei due compatrioti del trasporto mi rispondono “cosa ci fai qui? ma oggi non hai due?”

“due”, per chi non lo sapesse, è il turno dalle 15 alle 23. Io ero andato a fare supporto, o S, il turno dalle 9 alle 18 in cui sei accoppiato ad un altro collega.

“no, giuro, ho visto i turni ad Hamilton. Ricomincio con S. Ne abbiamo anche parlato, tornavo con S così avevo il rientro morbido”
“ah, allora evidentemente ti hanno cambiato i turni”

Senza dirlo, come al solito, perché a noi piace un livello di difficoltà avanzato. Ricominciamo benissimo.

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Troubleshooting

Torno a casa in tempo spararmi un paio d’ore di GTA V, pranzare al volo e poi via di nuovo verso l’ufficio.

Oh, sono ricominciati i Simpson (ehh, 6e mezzo), Family Guy (meh, 5/6), American Dad (7, ma solo per il dodo e le citazioni da blade runner) e un paio di altre seriacce. E’ finito Breaking Bad, ma non seguendolo non saprei che dirne. Magari adesso che è tutto finito proverò a guardarlo.

In ufficio mi aspetta il lunedì pomeriggio, ovvero l’inferno in terra. Cavi tagliati, cavi piegati, schede rotte e tutto quello che ne consegue. E’ bello vedere che determinate cose sono scolpite nel marmo, immutabili ed eterne.

Le otto ore più monotone della settimana (ma non temete, siamo solo all’inizio).

Torno a casa (e fa un bel freschino, lascia fare) in tempo per godermi una mitragliata di notizie su rainews relative al governo sull’orlo del baratro. Altre cose immutabili ed eterne in questa italietta rivolta al futuro al passato al presente sa il cielo dove.

Se non altro ci fa compagnia l’america con il pericolo dello Shutdown. se ne avessi voglia cercherei di capire quale manovra stanno cercando di coprire, ma onestamente è un gioco che sta diventando noioso.

Per questo mese i miei obiettivi sono:

1) iniziare a giocare a Space Opera (nome provvisorio), una campagna di Star Wars D20. Mi è venuta voglia di masterare un gruppo di smugglers che si dimenano traimpero, repubblica, ribelli, mandaloriani e maschere del carnevale di Viareggio. Primo passo: vedere cosa costruirà il gruppo come gruppo. Secondo passo: scrivere le prime tre righe della prima sessione. Terzo passo: vedere le prime tre righe orribilmente bistrattate, improvvisare.

2) obbligare Kara a fare una due tre strip di junks tra un lavoro e l’altro, ma questo vuol dire che devo scriverne le sceneggiature, oh cielo, meno male che ho il quaderno di idee

Idea per Junks#235: SOMETHING SOMETHING FUNNY HURR DURR

Vorrei star scherzando.

3) procedere con il pitturare i soldatini dello spazio di warhammer 40k, possibilmente finire i cultisti del caos e/o gli angry marines della seconda squadra tattica Mannaggius.

4) valutare una data per marchiarmi indelebilmente la pelle con questo. Mentre lo scrivevo pensavo “mah pensavo ad ottobre, c’è tempo”. E invece siamo a Ottobre. Ah, che gioia.

Altra curiosità. A NY al disney store c’è la scala mobile con le lanterne come in quella scena di Tangled. Le lanterne col simbolo del sole. Quindi non posso lamentarmi se mi chiamate Principessa Veronica dopo che mi tatuo, ma poi non potete lamentarvi voi se vi percuoto con un maglio.

5) Comprare Theros, Catalogare Theros

6) Tempo permettendo, scrivere giù due righe riguardo i giochi che sto provando in questo periodo: GTA V, Card Hunter. Indagare se posso parlare di Hearthstone o meno.