E’ la fine di un’era

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E così il 31/5 finisce il mio lungo, lunghissimo periodo di collaborazione con beta80. Nei troppi anni passati assieme ho speso otto ore al giorno, venti giorni al mese circa chiuso nel sarcofago di cemento e metallo che è l’NMC di Fastweb, su turni 24/7/365 (24 ore, sette giorni su sette, trecentosessantacinque giorni l’anno) (trecentosessantasei i bisestili).

In questi infiniti momenti ho imparato ad odiare ogni piastrella di questo posto con una forza tale da trasformare il carbone in diamante.

Eppure sono certo che questi tavoli di legno più vecchi di me mi mancheranno. Mi sento come quando sta finendo una serie TV che dura da anni. Una di quelle divertenti ma con momenti amari, che fa ridere e fa riflettere. Mi sento come alla fine di scrubs.

La mia visione di questo posto, va detto, è ottenebrata dal sopracitato disprezzo che ormai provo per questo posto. Ma sarebbe stupido negare che qui dentro mi sono divertito ed ho conosciuto persone che viaggiano dall’interessante al simpatico al pazzo.

Come ogni serie TV ci sono i personaggi ricorrenti, quelli che magari se ne vanno dopo qualche stagione, quelli che arrivano nuovi, e quelli che durano pochi episodi perchè il pubblico li cassa.

E’ stato Jack a introdurmi all’ufficio nel primo episodio della prima stagione. Scena:

[INTERNO] [FASTWEB NMC] Jack e Pito stanno attraversando un corridoio. Luce ambientale, pareti ricoperte di pannelli di legno. Aspetto moderno.

JACK: Ok, sei pronto? Ricordati che l’hai voluto tu. Non voglio sentire lamentele.
PITO: Pronto. ce la faccio. Ho lavorato in posti peggiori. Ti ho detto di quando il mio ex capo mi ha chiamato domenica pomeriggio e mi ha chiesto se potevo portare duecento preinviti entro sera? ed ero a genova?
JACK: ok, ok, ho capito, ma qui è diverso. qui la gente impazzisce. sei ancora in tempo.
PITO: no, sono sicuro. Apri.

JACK apre dell eporte doppie in compensato grigio. Carrellata su NMC. L’ufficio è a gradinate. Tre file di scrivanie rivolte verso due enormi schermi sul muro. Vediamo diversi operatori seduti dietro i computer che maneggiano telefoni e simili.

Da quel giorno posso dire senza esitazione alcuna che la mia vita è cambiata. Sono entrato come operatore di front end, che in parole povere vuol dire che aprivo i guasti al telefono per quei clienti che non erano ricchi al punto da avere un proprio presidio specializzato ma non erano nemmeno dei poveracci con la residenziale.

In un mese passo su Monitoring, ovvero guardo una console sputare allarmi generati da traps che non conosco su tecnologie che non conosco. Associati agli allarmi ci sono procedure da seguire per risolvere il problema.

Un lavoro da seri professionisti.

Mi ricordo il mio primo turno di notte.

[ESTERNO] [FASTWEB] PITO ha una giacca e una borsa a tracolla. sta parlando da solo.

PITO: uff uff, forza, primo turno, a bomba.

[INTERNO] [NMC] [DETTAGLIO] l’orologio digitale di NMC passa da 23:59 a 00:00

Si apre la porta. Stanza completamente buia, in netto contrasto con l’ufficio rumoroso e vissuto che è di giorno. solo altri tre operatori in ufficio. due sono già sdraiati sulle sedie. solo GESTIONE è ancora sveglio, sta sistemando un cuscino e una coperta.

GESTIONE: bella.
PITO: ma che…? ma non dovremmo monitorare, attivare cose, gestire guasti?
GESTIONE: si, ma sabato su domenica è tranquillo. quindi si fa poco o niente. Spero ti sia portato un libro.
PITO: veramente.. veramente no…
GESTIONE: e allora cazzi tuoi, bello.

E’ vero che, essendo NMC principalmente un centro di gestione guasti, capitavano spesso turni di calma piatta e totale. Venivano però pareggiati facilmente dai turni di disservizi infiniti e complicatissimi, o facili da capire ma lunghi da gestire.

Una maledizione che appestava tutti era il temuto incendio in galleria a Roma.

Non so perchè ma solo a Roma capitavano incendi in galleria.

Per “galleria” si intendono le gallerie o trincee sotterraneee segrete delle città. I cunicoli che hanno come tetto le grate che si calpestano sui marcapiedi.

A Roma capitava spesso che in queste gallerie scaturissero incendi, vuoi per sovraccarichi o corto circuiti elettrici (le gallerie erano di proprietà di Acea e vi giravano i loro cavi elettrici), o per sfiga o per dolo. Mai capito. Mai interessato.

La risoluzone di questi scherzi era tutt’altro che facile. Una quindicina di cavi si appiccicavano assieme, fusi dal calore, e ci volevano ore perchè si spegnesse l’incendio, ore perchè ACEA permettesse l’accesso, ore per la sostituzione di tutto il sostituibile.

Ore in cui gli altri gruppi di Fastweb che avevano rapporti col cliente di rimpinzavano di domande idiote.

Mi rendo conto che questa sia un po’ la sindrome dell’impiegato IT. Io so che queste domande sono ovvie, perchè ho la formazione necessaria. Loro no. E’ colpa loro? No. Questo rende le loro domande meno diote? No.

La prima stagione in NMC si conclude in un’episodio rutilante, in cui dopo 24 episopdi in cui si mostra l’operatore di Gestione smadonnare e invecchiare male, mi viene offerto il posto di Operatore di Gestione. Offerto nel senso che mi viene detto “vai o vai”. Una roba del tipo “abbiamo visto che ti impegni e riconosciamo il tuo impegno dandoti più roba per cui impegnarti”.

quattro serie centrali in cui si va via di Gestione, in cui ci sono gli episodi più gustosi. Poi l’audience inizia a stancarsi. Viene tentata una serie in cui vengo tolto dai turni, ma viene a mancare la surrealità delle notti e dei eekend, quindi con un escamotage spaventoso torno sui turni.

Ma intanto la rete (B80) viene acquistata da un altro provider di tv via cavo (Sirti) e le regole del gioco cambiano. La serie nelle ultime due stagioni è molto meno spensierata, diventa a tratti molto seria. I protagonisti sono preoccupati, si vede la stanchezza sul volto degli attori che impersonano personaggi rticorrenti – ormai anche per loro recitare in questo teatrino è stancante. Vengo spostato su un’altra squadra per forzare dinamiche diverse, ma c’è poco da farie – la serie ha perso lo smalto e si avvicina alla sua conclusione.

Ma prima del finale melanconico –  ricordiamo alcuni dei personaggi che hanno contribuito a rendere “NMC, La Serie” una delle produzioni televisive più amate degli ultimi dieci anni.

(tutti i nomi cambiati per difendere l’onore rimasto ai proprietari)

MICCETTA è sicuramente stato il primo dei casi eclatanti che NMC mi ha regalato. Miccetta entra in NMC sui turni, ma decide presto che non gli piacciono le lunghe notti e i week end strazianti. Si fa spostare al Front End. MA in quel periodo il front end era in chiusura, era una notizia bene o male nota. Ma lui non lo sapeva. Il Front End chiude, e Miccetta pianta un casino infinito perchè l’azienda lo ha spostato in un pezzo di commessa in chiusura. Si fa rispostare sui turni. E non fa altre che lamentarsi dei turni.

A questo punto è chiaro che i nervi di tutti sono tesi.

Una sera stiamo cenando con superpizze d’asporto. Il ristorante ci ha regalato due coche per quattro pizze prese. Una coca va a chi va a prendere il cibo all’ingresso. L’altra a chi la vuole. Chiedo se qualcuno vuole la coca. Nessuno sembra volere la coca, quindi la apro.

Miccetta esplode.

Iniziamo un breve litigio sulle regole non scritte di una società posturnistica quando taglia corto e dice,

“vieni fuori che ti accoltello la faccia”

Belle cose.


 

Miccetta è stato il primo di molti, che non riesco a ricordare in ordine alfabetico. Un giorno arrivo in ufficio e mi si para di fronte una scena molto simile a questa :

PIDDU in particolare si distinguerà, nei suoi mesi di permanenza, per intelligenza e brillantezza. Promotore di Herbalife per passione, passava le giornate a spruzzarsi il viso di qualche soluzione idratante alle arance e tentava con nessun esito di accalappiarci nel suo tremendo schema ponzi.

Una mattina si presenta con una bellissima spilla “vuoi dimagrire chiedimi come”. Jack gli dice, “voglio dimagrire”. “Davvero?!” dice piddu, illuminandosi.

Jack pesa settanta chili da quando lo conosco e l’unico grasso che ha addosso è quello dei panini di McDonald se non sta attento e si sporca la maglietta mangiando.

“no.” dice Jack. Piddu ci rimane malissimo.

Scoprirò poi che Piddu gli ha chiesto di parlare in privato, perchè “denigrare Herbalife è come denigrare la mia famiglia, mi auguro che tu non lo faccia più”.

Piddu ci stava tanto simpatico. Non fosse stato stupido come un mattone.


 

Prima del mio tempo, c’era BALOTELLI. Lo chiamerò così perchè condivide con Balotelli una caratteristica essenziale, e non è l’abilità nel calcio.

Il giorno che arriva Richi legge la mail in cui si chiede di approntare badge, account e permessi per Balotelli. Richi non è mai stato una persona incredibilmente consapevole dell’ambiente circostante.

“Balotelli”, dice richi, “che nome da negro”

Balotelli, dalla scrivania davanti a richi, si alza, si gira, gli tende la mano.

“Piacere, Balotelli”.

Pure Balotelli non ha avuto lunga durata.


 

VOCINA si è presentato a noi come l’epitomo del vero tamarro; vedi sotto per una immagine esemplificativa.

Superteso, superabbronzato, supergonfiato. Unico problema; vocina da coro di chiesa.

ciao sono vocina

E noi giù a ridere.

Vocina aveva la passione del corallo. Al punto che si è fatto un acquario col corallo per crescerlo e rivenderlo. Il corallo, lo saprete sicuramente, ha bisogno di specifici parametri per crescere sano, e in cattività questi parametri vanno monitorati costantemente.

Vocina vuole quindi metter ein piedi un sistema di webcam per monitorare l’acquario.

“e se vedi qualcosa che va male mentre sei in ufficio cosa fai? molli tutto e vai?”

beh, no.. non so..

“e allora a cosa ti serve a preoccuparti di più?”

Le webcam le compra da un sito cinese che definire shady è dire poco. non credo le abbia mai ricevute.


 

IL COMMISSARIO è stato uno di quegli elementi che ti fanno cadere le braccia. Uno di quei bambini ai cui genitori i maestri dicevano “signora, non è che suo figlio non si applichi, anzi, lui si impegna, ma è veramente scemo come una piastrella”.

Primo turno assieme. squilal il telefono. Risponde. Mi chiede,

“max, ma ho in linea uno che vuole parlare con chis egue gli allarmi ambientali. chi gli passo?”
“…tu. Sei tu che segui gli ambientali.”
“ah, ok” e poi, rivolto al telefono “a quanto pare sono io”


 

NICK 5 SECONDI, così chiamato per la durata della sua memoria a breve-lungo termine. Gli dicevi qualcosa e letteralmente cinque secondi dopo te la richiedeva. E’ durato due settimane, non sappiamo se sia stato licenziato o se semplicemente si sia scordato di lavorare qui.


 

EXPERIENCE invece ha rimbalzato tutti gli uffici di Fastweb. In tutti gli uffici lo allontanavano per un motivo o per l’altro. E quindi quale ecosistema può supportare uno scarto? Ma NMC, discarica infinita di tutti gli scarti.


 

FOGGIA era foggiano.

Foggia pensava che vk.com fosse “facebook ma sui servi russi”

Foggia pensava che a Milano gli automobilisti non prendessero la corsia preferenziale perchè sono tutti scemi. Quindi lui la prende per il primo mese di lavoro. Poi iniziano ad arrivargli le multe. Anda e rianda ogni giorno per venti giorni in preferenziale, fatevi due conti.

“ma tanto non le pago, ho la cittadinanza (sic) a Foggia”

Foggia pensava che Milano e Foggia non fossero nello stesso stato.

Foggia era alto uno e cinquanta, con la panza, e faceva Body Fashion.

Foggia quindi era sempre abbronzato. Un giorno ci chiede: “ma per fare la doccia solare devo protare l’accappatoio o te lo danno loro?”

Foggia sfoggiava (che calembour) spaventose camice con scollo a V all’altezza dell’ombelico. I pantaloni erano tenuti su da fibbie rotanti che nemmeno Mazinga Z dietro consiglio di John Cena.

Foggia era convinto che i film in bianco e nero di Stanlio ed Ollio fossero girati negli anni ’90 e fossero fatti “così” per “sembrare vecchi”. Era altresì convinto che prima del 2005 non sistessero bei film.

Foggia viveva con altri quattro amici foggiani in un appartamento che nessuno puliva. una volta “ogni tanto” chiamavano una donna delle pulizie per otto ore, ma “sempre diversa perchè poi quelle non tornano”.

Foggia teneva una collezione di unghie del mignolo tagliate sul davanzale vicino al letto.


 

SCOPA è stato mio compagno di turno a lungo.

Su scopa so più cose di quanto non vorrei saperne.

Scopa, quando i colleghi che seguivano la TV ondemand di Fastweb se ne andavano lasciandoci il porno acceso su dodici schermi, diventava pericoloso.

Scopa era alto più di me, largo più di me, mi prendeva per la spalla e mi diceva “ma tu, a quella, che gli faresti? eh? che gli faresti?”

Sotto una qualche festività ci ritroviamo a giocare a carte in ufficio (potrei dire al bar, ma spreste che sto mentendo). Un’occhio agli allarmi, l’altro alle carte. giochiamo, manco a dirlo, a scopa.

Scopa è in squadra con Edo, che non sa giocare. Scopa mette un cinque e gli dice che è da far ballare (siamo arrivati al punto in cui nemmeno i segni, tanto edo è proprio negato).

Edo annuisce, tira su il cinque lasciando un fante. Tiro il fante, facendo scopa.

Scopa rimette un altro cinque. “FALLO BALLARE”, dice. Il mio compagno cala un altro fante.

Edo tira su il cinque.

“no”, dice Scopa “non puoi essere così scemo. cel’hai con me? hai qualche problema? dai, andiamo fuori che ne parliamo”


E questi sono solo alcuni.


 

C’è un proverbio africano che è tipo “non puoi attraversare un fiume senza bagnarti”. Che significa che le esperienze che fai, anche se le lasci alle spalle, ti segnano pure se non vuoi. E che in africa non ci sono ponti.

NMC rimarrà sempre una parte di me –  una parte incredibilmente agrodolce.

Come dovrei chiudere quest’episodio? Con che musica inforco la bici per l’ultima volta, per uscire da un cancello che non attraverserò più?

Un augurio ai miei amici che rimarranno qui per altri anni, di trovare la forza di tirare avanti?

Un pezzo più aspro, che raccolga il disprezzo che recentemente provo per queste quattro mura?

San Quentin effettivamente raccoglie gran parte dei miei sentimenti – uscirò da questo posto come un uomo più anziano e più saggio – e queste mura di pietra mi gelano il sangue ogni volta che le vedo. Ma si merita questo posto il disprezzo che Cash riserva per le prigioni? Dopotutto no, dai.

Mi piacerebbe chiudere su una nota positiva. Questa esperienza è stata traumatica, è vero, ma anche formativa. La rimpiango più che altro per la sua estrema, logorante lunghezza e per la sua infinita monotonia. Ma mi ha permesso di lavorare in mezzo a gente strana e interessante e sopratutto ai miei amici.

Da figlio degli anni ’80, l’idea di andarmene mentre i Simple Mind cantanto Don’t you forget about me è stranamente attraente…

Bender, you magnificient bastard, you

Da lunedì comincia una nuova serie. Non conosco il nome della serie, non so chi saranno i personaggi. Conosco qualche membro del cast, ma non so come funziona ancora di là. E’ come Joey  quando è finito friends, o la nona serie di scrubs, o Angel per Buffy.E’ un po’ arrischio, ma sono sicuro che alla fine andrà bene, e il pubblico sarà dalla mia parte.

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