Le Avventure di Gary, Avventuriero – II

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L’altra volta vi ho salutato dicendo che ero in un sotterraneo, e sono ancora in un sotterraneo – tutto molto bene.

Solo che il sotterraneo in questione è una sorta di tomba piramidea sotto il deserto.

Vorrei stressare il concetto per cui quattro giorni fa ero in una ridente città costiera, a farmi quelli che definirò i cazzi miei, ed adesso sono in una piramide del cazzo sotto un deserto del cazzo con un’armatura del cazzo e una spada e uno scudo e si suda e fa caldo e la sabbia entra pure nel buco del culo.

Ma andiamo con ordine.

Eravamo sotto il mausoleo di Jim Paladinodipelor ed avevamo appena briccolato di mazzate un golem di carne. Si è deciso di proseguire nell’esplorazione della catacomba perchè, con le parole di Leonard, “porterò il fottuto amore di Pelor a questi necromanti di merda dovessi ficcarglielo in culo di persona”.

Per fortuna i necromanti in questione si sono rilevati ottimi vicini di casa, mandandoci incontro uno dei loro gigantosi servi non morti che mi ha usato come vanga per un paio di minuti prima di cedere alle mie tecniche segrete di magia arcana ed oscura.

In pratica l’hanno picchiato di botte.

In tutto questo il necromante – che non si faceva vedere, infidamente nascosto nelle ombre come è tipico per il suo genere –  ha tentato di bersagliarci un paio di volte a palle di fuoco, ignorando di trovarsi davanti al cirque du soleil in armatura di pelle/ferro.

Ciapponiamo a lungo lo zombi-gigante-di-merda e proseguiamo verso le camere private del necromante, dove bruciamo e rubiamo il rubabile prima di confrontare l’oscuro mago deviato nel suo studio.

Solo che stammerda non c’era. Rimaneva giusto un altare con su un sacrifizio da sacrificare, quindi se non altro siamo arrivati in tempo per far bella figura (non come due mesi fa a Gallipolis, quando siamo arrivati tardi perchè Stabb si è voluto fermare a tutti i costi a comprare il tabacco dei druidi).

La vittima sacrificale è Fausto, molto strano quindi.

Facciamo la cosa giusta da fare; davanti ad un uomo in catene che piange e si dispera per essere liberato, lo ammazziamo di botte interroghiamo per essere sicuri che sia lui.

Fausto (?) ci dice di essere incatenato da giorni, quindi di sicuro non è lui quello da cui ho comprato i miei cavoli (che probabilmente sono maledetti, o mannari, o entrambe le cose). Liberiamo il povero derelitto, rassicurandolo con frasi di circostanza tipo “se provi a scappare o a fare qualcosa di strano ti ammazzo, hai capito? ammazzo te e poi ammazzo la tua famiglia”

Usciamo dal sotterraneo per trovare ristoro nell’aria fresca della notte, quando dal punto più alto del mausoleo mezzo franato una voce ci schernisce. Ci giriamo, ed è fausto.

Fausto!!

Probabilmente il suo doppio.

Decidiamo con molta, molta magnaminità di non uccidere il Fausto in nostro possesso ma di parlamentare con questo doppelganger, usando le arti politiche anostra disposizione.

“vieni giù che ti rompo il culo”, dico, con un’apertura delle danze che tanto ci aiutò anni fa, alla corta del Duca Carbattoli.

“andatevene se non volete finire male”, risponde lui, dimostrando di essere avvezzo alla diplomazia.

“Porco Cazzo adesso vengo li e ti fotto nel culo con un mattone, fosse l’ultima cosa che faccio”, aggiunge Leonard. Ci separiamo quanto FalFausto (Falso Fausto) fugge, codardo e fasullo.

Torniamo alla tenuta di Lady Cadrega dove ci chiudiamo in un concilio di guerra.

Quando finiscono le bottiglie, decidiamo il da farsi; Raggiungeremo il mago di corte dei Cadrega, che di sicuro sa qualcosa di quello che sta succedendo because of reasons che alla luce del sole non sono più molto chiare.

Ma ormai abbiamo comprato degli stegosauri da turismo, quindi dobbiamo attraversare il Deserto della Morte per trovare il Mago Dimenticato nella Città dell’Amnesia, sulle Montagne della Disperazione. La prima a destra dopo il Picco dei Suicidi.

Decido quindi di passare prima da mio zio, occupazione eremita, che vive dalle parti delle Montagne del Nome Tipico Per Catena Montuosa, dove fa quello che fanno gli eremiti (possibilmente invecchia impazzendo lentamente)

Siamo nel deserto da circa tre giorni quando, nottetempo, veniamo assaliti da un terzetto di tagliagole svuotatasche e, non mi pento di aggiungere, mangiamerda.

Lo scontro è reso un filo più complesso dal fatto che il nostro mago sono tre giorni che cià il cagotto e non esce dal sacco a pelo, con tutto ciò che tutto questo implica.

Ci liberiamo comunque dei tre disgraziati assalitori (più che altro, due di loro scappano a richiamare rinforzi che dovremo ciapponare in futuro) ed interroghiamo l’anima di quello che è caduto ripetute volte su spade e mazze chiodate.

Contrariamente a quanto possa sembrare ad uno sguardo inesperto, interrogare forzatamente lo spirito di un uomo deceduto non costituisce atto di necromanzia.

Scopriamo dunque che le anime dei morti tendono ad esprimersi per indovinelli e tracobbetti. Mi sono segnato quello che ha detto, ma ve lo dico dopo, che qui al buio non vedo.

(ovviamente ci vedo benissimo, non ho voglia di cercare i foglietti sparsi)

Proseguiamo lungo la strada.

“strada” è un po’ esagerato, forse. E’ corretto dire che procediamo lungo le dune, anche se Leonard continua a dire che stiamos eguendo “un’antica pista halfling”.

Yeah, well.

Il giorno dopo arriviamo in un accampamento halfling.

Gli halfling, che cavalcano dei dinosauri (…) si congratulano con noi per aver seguito le loro piste e ci offrono di entrare a far parte della loro tribù eseguendo un semplice rituale di passaggio.

Ahh, ragazzi.

Una volta bastava fumare l’erda dei druibi o bere il tè segreto dei monaci volanti.

Adesso no, c’è il rituale.

“sentiamo, in cosa consiste il rituale?”

“ma niente, guidate uno dei nostri kyte per un’oretta”

dicono loro, sorridendo come un gatto.

“certo. Cosa ci attacca a metà strada?”

“se andate veloce, niente”

capaiamo che sarebbe più facile tirar via soldi dalle tasche di Stabb piuttosto che far parlare questi gnomi malfatti di merda, e procediamo a salire su ‘sti cazzo di kyte demmerda.

Nessuno si stupisce quando un quartetto di vermoni orridi delle sabbie inizia a inseguirci, in mezzo ai lazzi degli Halfling.

Faccio a malapena a tempo a scrivere sull’agenda “pulizia etnica halfling deserto” che i vermoni ci sono addosso.

Seguono una serie di manovre che nessuno dovrebbe poter fare con quella che è essenzialmente un’asse di legno con tre ruote e uno straccio, ma tanto si impegna stabb che non solo salta una duna mandando i vermoni a schiantarsi non si sa ben dove, e trafora il suolo fino a scoprire, sotto il deserto, una fottuta tomba.

nel deserto.

una tomba.

con rumore di passi nel buio.

E andiamo.

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