Anno nuovo, vita nuova

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Il 2013 giaceva ancora tiepido in pozze di vomito lungo la strada che già la gente cominciava a dire “eh ma sto 2014 parte proprio male, eh”.

Suppongo che questo debba essere lezione e prova di come è impossibile accontentare chicchessia; O semplicemente che certe persone sono dotate di bocca solo come accessorio per dissipare il calore che attanaglia il loro cervello, che già vive in condizioni di surriscaldamento.

D’altra parte se tutti quelli che incontri sono stronzi, forse lo stronzo sei tu. Puoi negarlo od abbracciarlo, ma non è che ci siano moltissime altre scelte.

Il 2014 è iniziato esattamente com’era finito il 2013; Freddino, umidiccio e con l’aria di chi non sa se è autunno, inverno o una giornata bruttina di primavera.

Sotto questa pioggerella, insistente come un assicuratore, io e Kya ci siamo mossi per fare qualche compera. Credevo di non trovare nessuna ispirazione per un post in una giornata del genere; Negozi quasi tutti chiusi, per ferie o per inventario, tempo obiettivamente di merda, postumi del 31 ancora nell’aria (e sui marciapiedi. e per strada).

Le prospettive per girare in una Milano disertata dai milanesi c’erano tutte; eppure proprio in questo clima invernale-apocalittico incontro lui.

Bellissimo nella sua tragicità. Una maschera d’orgoglio ferito.

Lo Zerbino.

In inglese si dice che una donna ti friendzona; in italia si dice che sei un po’ il suo zerbino. Elio prima con “servi della gleba” e perfino gli 883 dopo con “la regola dell’amico” descrivono questa figura tutt’altro che mitica.

Un uomo che, volendo approcciare una donna, decide di diventarle amico e poi fare il balzo da amico a qualcosa di più.

Di solito scontrandosi contro il muro de “per me sei come un fratello”.

nei suoi occhi, il vuoto. nel suo cuore, il deserto.

E così stiamo risalendo Via Torino con sottobraccio il nostro ombrelluccio rosa dell’Ikea quando ricomincia a piovigginare. Poche gocce, ma grosse come castagne e dal peso specifico della luna. Apriamo il nostro ombrelluccio.

Davanti a noi, un gruppetto composto da due ragazze (amiche per la pelle, si tengono a braccetto e tutto quanto è richiesto dall’amicizia under 20) e un giovane maschio. Esito a definirlo “sfigato” per rispetto, ma l’aura emessa era proprio quella. Jeans un po’ larghi, felpa malmessa, barba adolescenziale non curata.

Inizia a piovere. Lui estrae, splendente cavaliere in armatura, il suo ombrello e lo apre.

Qui le buone maniere, la società, il bon-ton, il buon senso, quello che volete, indicano che o sei il maschio alfa dei maschi alfa e dici HAR HAR RAGAZZE TUTTE VICINOA ME SOTTO STOCAZZO (di ombrello) e abbranchi i culi delle due per stringerle attorno all’asta (dell’ombrello), oppure fai il signore e offri l’ombrello alle signorine beccandoti l’acqua.

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“no figurati non mi dispiace affatto anzi”

Niente mi prepara per quanto accadrà dopo;

Lui tocca il braccio di una delle due (quella per cui lui è un fratello, sicuro), lei si gira, prende l’ombrello dalle sue mani senza colpo ferire, dice “grazie!”, si gira e copre l’amica e se stessa con l’ombrello, in una mossa di una fluidità olimpionica. E torna a chiaccherare con l’amica, ignorando completamente il suo cavaliere che nel frattempo si è beccato un gocciolone in pieno occhio. Lui rimane interdetto, si ferma un secondo, poi la segue con un porcamadò a mezza bocca.

Ci superano, li perdiamo di vista.

Mi verrebbe da dire al giovane che è tempo perso, ma a volte funziona; Nella letteratura, Ron Weasley alla fine si bomba Hermione Granger, J.D. viene friendzonato e poi sposato dalla Dottoressa Bionda, pure Ron Stoppable riesce a far sua Kim Possible. Forse si tratta solo di perseverare. Ma in questo caso specifico, mio caro zerbino, temo che il tuo sia tempo perso.

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