End of Days

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Il natale è passato (ma questo l’avevamo già accertato nello scorso post), e per me sono passati anche i festeggiamenti allegati alla natività di [quale che sia la divinità che adorate].

Come ogni anno sono stato nella dimora ancestrale di primaluna, in questa antica (leggi: vecchia) casa che la mia famiglia usa da più di vent’anni, ma in cui siamo in affitto, anche se tinteggiamo muri, buttiam via porte e cose di questo tipo. Un affito un po’ strano. Ma comunque.

Come ogni anno, si tratta di una tre giorni che mal sopporto, causa la mia natura di “non voglio stare attorno alle gente perché la gente mi fa schifo”. Di base dopo una giornata passo da “membro socialmente utile della società” a “uno di quelli che vorrebbe una casa su un’isola deserta sita in un lago vulcanico in quota, con squali nell’acqua e nessun modo di raggiungerlo fisicamente, ma che deve stare alle regole della società per motivi logistici”.

Inoltre quest’anno mia sorella maggiore mi ha chiamato a più riprese per capire quando sarei salito coi film da vedere perchè l’aria era pesante. Oh Boy. Devi essere davvero disperato se ti rivolgi a me per avere aiuto.

Come previsto, mia madre mi ha messo di corvèe entro trenta minuti dal mio arrivo (a tirare la pasta all’uovo per fare tagliatelle ai funghi fatte in casa; non ve lo dico nemmeno ma ‘ste tagliatelle erano una bomba, aò), e il tempo inclemente mi ha chiuso in casa per la maggior parte di tre giorni.

Alla fine è andata via bene, senza feriti e scomuniche o diseredamenti. Non si è nemmeno parlato di politica.

Finisce l’anno e mi preparo ad affrontare il 2014 (o, come dice la Apple, il 2013S). Ricapitolo un tot di progetti per quest’anno che viene.

  • ricominciare in maniera assidua Junks. Qui il lavoro è duplice, perchè devo anche spronare chiara al lavoro (per non parlare del bardo dietro le quinte)
  • sempre riguardo junks, vedere se è possibile produrre un libretto delle cose già fatte – un po’ perchè lo voglio mettere vicino ai miei fumetti di Miller e compiere così il più grave crimine artistico dai tempi di Jar-Jar Binx, un po’ perchè oh, vuoi mettere che fico?
  • ricomincia la videoteca (tentativamente da febbraio), quindi anche da quel punto di vista servirà un impegno costante per produrre qualcosa di qualità. Mica cazzi.
  • vorrei terminare la mia campagna di delta green e poi giocarla (infliggerla).
  • vorrei terminare la mia ambientazione di D&D (e qui c’è da pungolare il mio coatuore, il bardo – quindi hai voglia) e giocarla (infliggerla).
  • trovare una timetable decente per tutto questo.

Junks, per chi di voi ancora non lo sapesse, è stato un webcomic messo su con la mia ragazza chiara (ora mia moglie) e il mio amico Leg, a cui poi si sono aggiunti altri personaggi man mano che andavamo avanti, rispecchiando tragicamente la vita reale. Dico tragicamente perchè benché spesso quello che succedeva in junks era esagerazione della vita vira, non sempre era così.

Di Junks sono particolarmente orgoglioso non solo perchè è stato il mio primo grosso progetto, ma sopratutto prchè mostra chiaramente il miglioramento di chiara al disegno, e mi provoca incredibile stupore come effettivamente la gente rida alle strip – cosa di cui non mi capacito minimamente.

La Premiata Videoteca invece è un programma radiofonico che potremmo definire, in questo paesetto che sparuto guarda al futuro, “podcast”. Il programma l’ho codiretto per un anno assieme al buon nicolas, all’interno del contenitore Radio Internet One. Il podcast verteva su tennologia, vidiogiochi e films, tutti commentati beceramente da noi due seduti sull’alto scranno di chi non ha nessuno a cui render conto se non la propria coscienza. Nella sua nuova incarnazione parlerà principalmente di films, ma anche di altre robe meno legate alla briglia del potere che ci teneva schiavi in Radio Internet Uno; Potremo dire verità scomode e cantarle alla kasta.

Entrambi i progetti predano il mio tempo come il falco preda i piccoli di elifanto (malamente, e rimanenedo spesso ucciso dal peso dei cuccioli, che arrivano a due quintali nei primi trenta minuti di vita), e forse quest’anno riuscirò finalmente a dar loro il tempo che meritano.

Rinnoverò inoltre il mio impegno a consegnare 400 parole ogni due-tre giorni all’etere (ethernet?) internautico, così che magari qualche decina leggibile ci sia.

Sono le 18.20 dell’ultimo giorno del duemilatredici; direi che è d’uopo augurarvi un buon anno.

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