Holiday Report

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Una bella X sul 25/12 l’abbiamo messa, il peggio è passato, pranzi e cene sono stati fatti, i parenti soddisfatti dell’annuale sacrifizio del nostro tempo sull’altare dei loro “oh ma come sei cresciuto”.

Per voi forse, perché causa lavoro io quest’anno non ho ancora visto la mia famiglia; Nel momento in cui vi scrivo mancano poche ore all’arrivo nella residenza acnestrale di primaluna, dove verrò accolto da mia madre e dal resto del Clan.

“Vestiti di rosso e fatti la barba bianca così fai babbo natale”, mi dice mia sorella. In fondo mi vuole bene, valà, ma meno male che l’idea non è arrivata a mia madre…

Mi spiace un po’ di essermi perso il solito rituale natalizio della famiglia chierici. Mia madre mi tira giù dal letto alle sei – sei e mezzo (e nella residenza Primalunense il mio letto è sito in un salottino davanti al bagno, quindi mi sveglia “per sbaglio” quando va in bagno la mattina) e mi mette a pelar patate, sfilar fagioli o qualche altra mansione da sottoschiavo nella cucina di un grande albergo.

Ho passatto due anni a pelar patate che poi non ho mai visto nei piatti del pranzo; Evidentemente le vendeva a caro prezzo come “patate sbucciate a mano”.

Poi ovviamente c’è da apparecchiare, prendere il piatto, metti giù i salumi, prepara due tartine, arrotola il prosciutto sui grissini, fai una mousse… Mia madre spignatta, padrona della cucina, e dirige me e le mie sorelle come aiutocuochi.

Di solito dopo due ore nella cucina si respira un’aria distesa che pure Gordon Ramsay direbbe “no beh ragazzi andiamoci piano con gli insulti per favore”.

Dopo tre ore minaccio di tornare a Milano a piedi nella neve piuttosto che stare li altri dieci minuti.

Poi ci sono i tre bambini; Tre nipoti di età varia da “abbastanza grande da essere pedante” a “abbastanza piccola da risultare ancora sopportabile”. Di solito sono calmi quanto il vulcano Krakatoa prima dell’eruzione; Il problema è che sono sempre a trenta secondi dall’eruzione.

Un paio d’anni fa il nipote più grande ci ha deliziato con dieci minuti di rap ininterrotto a ruota libera in cui incatenava parole in libertà; Mi pento di non averlo registrato per poterlo ricattare durante l’età della ragione.

Di solito si gioca a monopoli (molto bene quindi) ma utilizzando regole flex o omettendo le durezze della vita finanziaria per ficilitare i bambini (molto male quindi), oppure si fa la classica tombolata o il sette e mezzo.

O, se mia madre si sente particolarmente infida, si gioca a pinnacolo.

Ognuno dei suoi figli deve saper giocare a carte; ognuno dei suoi figli deve essere almeno bravo, altrimenti viene ripreso e maltrattato durante tutta la partita per la sua totale inadeguatezza.

E’ raro che un esterno alla famiglia chieda una partita a scopa, nel qual caso rispondo sempre “mah, vediamo se mi ricordo le regole”; Il vero esperto riconosce in questo il richiamo di un giocatore navigato, consumato da ore di partite al bar, in spiaggia o in lunghi ed eterni pomeriggi con la zia che parla solo milanese stretto.

Si berrà (perchè è necessario per sopportare l’hotbox emozionale), si mangerà, qualcuno desidererà la morte. Per fortuna che dura solo tre giorni.

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