Such is life

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Recentemente ho avuto un bel po’ da fare, sopratutto visto che si avvicina il Santo Natale e, come al solito, si accumulano a morte le incombenze.

Ovviamente non sono mai robe del tipo “ok c’è da fare qualcosa ma vai tra riusciamo a organizzarla”, ma cose del tipo “signor presidente, se Pito non acquista il regalo per il nipote entro due ore si innescherà una serie di reazioni a catena che causeranno l’estinzione della razza umana per mano di coni gelato senzienti”.

E quindi via a recuperare regali per l’uno o per l’altro con indicazioni in merito che definirò quantomeno sibilline.

“prendigli qualcosa di star wars”
“ok, ma cosa?”
“ma boh qualcosa”
“si ma di star wars c’è pure la grappa, che faccio, regalo a un bimbo di sei anni la grappa? perchè so che in famiglia si usa ma mi sembra anacronistico”
“ma no pigliagli una di quelle puttanate che sai te”

La mia famiglia con la scusa di “una di quelle puttanate che sai te” sono anni che evita di dirmi cosa regalare ai miei nipoti, io vado di testa mia e puntualmente sbaglio.

Ma quest’anno vendetta; insegnerò al più grandicello a giocare a Magic.

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Duomo di Milano da Piazza Fontana

Per fortuna non solo d’incombenze vive il Pitavoro; Sono riuscito ad andare a vedere (con Nicolas e Serena, che doppiavano) anche un bel film questo inverno; Si tratte de La Mafia uccide solo d’Estate, esordio da regista di Pif, quello che faceva le iene, dai, quello biondo con la faccia da pirla. O forse non era biondo, ma la faccia me la ricordo benissimo.

Ci tengo a specificare che è il suo esordio alla regia, perché Pif ha fatto l’aiuto regista di due cretini qualunque come Marco Tullio Giordana e Franco Zeffirelli.

Non ha fatto solo “il Testimone” per MTV, insomma.

Il film racconta la storia di Arturo, che è un ragazzo di palermo innamorato di Flora, che è goffo e impacciato e non riesce a dichiararsi. Alla fine i due si troveranno a lavorare assieme e Arturo avrà finalmente una scusa per parlarle.

Poi parla anche di Mafia ma va beh, il film è ambientato negli anni ’80 a Palermo e non è che non ne puoi parlare.

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Andreotti è onnepresente nel film, come lo è stato in italia. E viceversa.

E sta qui la genialità; il film racconta la vita di Arturo in un doppio tono eccezionale – evidenzia come, per chi viveva a Palermo, la mafia fosse un elemento talmente intrinseco nella vita da non potersene disbrigliare –  e parliamo di personaggi non collusi o con parenti/amici chiaccherati; Parliamo di persone “normali”, che vivevano comunque in una città talmente nel pugno dell’organizzazione mafiosa da aver le proprie vite giocoforza segnate, anche se facevano quelli che “io non so niente, non disturbo nessuno”. Perchè alla mafia in sostanza non gliene frega un cazzo; E ti mette cento chili di tritolo in mezzo ad una strada per ammazzare un giudice, e il resto sono casualities.

E comunque, Pif non si riduce mai a scene volutamente strazianti, o a scene in cui ti dice “ecco, ecco, guarda: mafia è male, non puoi dire di no”. Il film non cerca di infilarti a forza nella posizione di quello che deve dire “d’altra parte è così”. Ti mette in una posizione in cui ti dici, “ma se succedesse a me? se io non facessi niente per attirare su di me attenzioni di nessun tipo ma comunque uccidessero gente nel mio bar, facessero saltare in aria il palazzo di fronte – cosa faccio? cosa potrei fare?”. Spesso si sente dire “e lo stato che fa” o ancora meglio, da qualcuno un po’ troppo miope, “al sud la mafia conviene anche al popolo medio altrimenti l’avevano già distrutta”. Ma si tratta di un mostro che permea troppi anfratti della società perchè tu solo possa pensare di essere al sicuro dicendo “è la mafia che ha ucciso tizio”. E allora quando il TG dice che qualcuno è morto, è perchè andava dietro a donne non sue, o perchè era un fannullone poco di buono. Ma la mafia non viene nominata. Troppo facile, forse, giudicare senza la prospettiva di chi ci è passato.

Il film è ben girato, e gli attori bambini usati per una buona metà sono i migliori che abbia visto dai tempi di Io speriamo che me la cavo (ma ammetto di non seguire un granchè il cinema con attorni meno che maggiorenni). Lo consiglio assolutamente, anche com curriculum nelle scuole d’oggi che sembrano aver dimenticato la necessità di trasmettere il messaggio che la mafia non è solo male, è il male elementale, il mostro da distruggere.

 

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