Gioventù Bruciata

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Domenica alla fine sono stato in centro con Nick, nonostante che preferisca non visitare il centro di domenica a causa della gente, della ressa e dei giovani che fanno casino.

Abbiamo visitato diversi establishment, visto i breakdancer bravi, mangiato il giapponese strano, tutte quelle cose che insomma fa una coppia a parte far sesso, il che è bene.

La cosa che mi preme di più, però, è riportare un episodio di neoglottologia avvenuto sulle scale di Gap.

Eravamo da Gap perchè qualcuno che non nominerò ci ha giurato di averci trovato dei jeans normali (merce rara in un mondo di slimfit, regularfit, roundfit e fitfit) per il marito all’accattivante prezzo di 29 euri; Nick aveva giusto bisogno di un paio di nuovi pantaloni, e quindi ci siamo recati nell’emporio designato con caparbio ottimismo.

i pantaloni c’erano anche, ma il prezzo era di ben 59 (!) eypo; possiamo solo immaginare che la donna che ci ha maldiretto lo abbia fatto per non far sapere al marito quando spende in abiti, evitando così di essere battuta nel privato delle mura domestiche; ahimè il nodo è giunto al pettine, il segreto svelato.

Stavamo, comunque, scendendo le scale del rivenditore di abiti cinesi ad alto prezzo quando sentiamo due giovani imbecilli che disquisicono in questa guisa:

“no, ma tu non hai capito limbatta”

Io e nick ci guardiamo con la presenza di spirito di un cerbiatto davanti alle luci di un autoarticolato. Limbatta? Non facciamo tempo a chiederci di cosa cristo stiano parlando che il primo ragazzo continua a spiegare,

“limbatta è troppo veloce, fortissimo”

i due spariscono dalla nostra vista e dal nostro udito. Limbatta? che sia un nuovo oriundo del milan, dell’inter o di qualche altra squadra dello sport più amato da grandi e piccini? una rapida ricerca ci rivela che non esiste alcun imbecille sovrastipendiato chiamato Limbatta.

Oggi svolgo qualche altra ricerca e scopro che probabilmente i due imbecilli parlavano del modo di dire “in batta“. A quanto pare si tratta della contrazione di “in battuta”, nel senso di “velocemente”.

Quindi, ok, troppo veloce, fortissimo.

Se mai mi son sentito vecchio…

Proseguiamo comunque il nostro giro, fermandoci un paio di minuti ad osservare i breakdancer bravi.

“come fai a sapere che sono quelli bravi?”
“perchè quelli sfigati stanno a torso nudo a farsi vedere tra un turno da Abercrombie e l’altro, e non ballano”

“ah”

Ci sovviene un dubbio tremendo vedendo una vetrina; ma qual’era la giacca quella proprio tipica da militante di sinistra negli anni settanta? quella che era una seconda divisa?

Dapprima propongo il Loden, ma ovviamente non si tratta di questo.

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in questa foto: un Loden di Prada. Oh, Ironia.

Facciamo qualche centinaio di metri. “Quello con gli alamari”, dice Nick. Non il montgomery. Poi ne vede uno in vetrina. “Ecco quello!”. ma è un montgomery. Proseguiamo, mentre nick cerca di spiegarmi perchè è una buona idea indossare delle Clark’s.

Quando mi arrendo all’evidenza che effettivamente le indossava anche Dylan Dog, mi viene in mente: il Parka!

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in questa foto: un Parka indossato da qualcuno per cui il conflitto di classe consisteva nell’elezione del Rappresentante di Classe

Ma no, non è nemmeno questo perchè “non ha gli alamari il Parka”. insisto che però era indossato abbestia. Ma non è questo.

Andiamo a provare Musubi, un nuovo take away giapponese che mi aveva incuriosito per lo stile di arredamento, da ristorante giapponese. Si trova all’angolo con Luini, e dio solo sa quanto sono contento che ci sia qualcos’altro che fa concorrenza a quella fottuta fabbrica di merda fritta. 

Ci aspettiamo un takeaway normale, ma nick esce con dei Gyoza Cacio e Pepe. Tra le lacrime mi chiede di provarne uno, ed effettivamente sono ottimi.

La serata sta volgendo al termine, e ci arrendiamo davanti alla nostra evidente mancanza di memoria storica. Nick decide quindi di affidarsi ad una custode dei Tempi, e chiama sua madre. Non fa tempo a dire “qual’era quella giacca che”, che Franca risponde pronta: L’Eskimo.

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in questa foto: gli anni 70

A mia discolpa, però, va detto che l’eskimo non ha gli alamari.

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